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ANZIANI ALLA GUIDA E COMPORTAMENTI DI SICUREZZA – PARTE 2

ALTRI SPORT 03/12/2019


ANZIANI ALLA GUIDA E COMPORTAMENTI DI SICUREZZA – PARTE 2
Psicologi dello Sport


Grazie alle migliori prospettive di vita aumenta la presenza di over 65 alla guida di automobili ma anche fra le utenze deboli, come io ciclisti, compresi quelli sportivi. Un fenomeno che non può essere sottovalutato da qualunque prospettiva lo si osservi.



Come anticipato, cambiamenti importanti nell’assetto della società latino-mediterranea, in particolare l’allungamento della vita media e la necessità di molte persone a dover provvedere a loro stesse anche in particolari fasi della loro esistenza, porta progressivamente ad alimentare la categoria di anziani che utilizzano automobili per i loro spostamenti.

Abbiamo introdotto l’argomento non certo per gettare stigma sulla classe anziana (nella quale, ahimè, siamo destinati a confluire tutti), ma perché – visto l’aumentare della popolazione che rientra in questa categoria – il fenomeno non può essere ignorato o minimizzato in qualsiasi trattazione di aspetti di sicurezza stradale.

Certamente, molti di voi staranno obiettando che sono molto più pericolosi i comportamenti emessi da altre categorie, la guida sotto l’effetto di sostanze, il desiderio manifesto di prevaricazione delle regole di altri utenti, condizioni quasi del tutto assenti negli over 65. Di ciò abbiamo esistono ampie conferme.

Ma è anche vero che mentre non possiamo conoscere le condizioni psico-fisiche di chi interagisce con noi – soprattutto scrutandolo al di là di un parabrezza nel breve tempo che ci è concesso – abbiamo più facilmente tutto il tempo per renderci conto che il nostro interlocutore è una persona anziana.

Anche in questo caso (argomento già più volte affrontato nel Manuale di sopravvivenza per biker) ciò non comporta automaticamente un aumento del livello di rischio, ma la nostra regola salvifica è comunque essere consapevoli di un possibile rischio e adottare misure anticipatorie, poiché non siamo assolutamente interessati alle eccezioni.

In altre parole, incrociando una persona anziana che indossa un cappello, a bordo di una utilitaria di colore verde, fra un comportamento di prudenza ed uno che ignora completamente i possibili rischi il primo è comunque preferibile. Se ciò comporta la regola o l’eccezione che la conferma ai fini della nostra sicurezza (e il discorso è ovviamente riferibile anche a peculiarità di altre categorie) nulla cambia.

Ovviamente quando parliamo di anziani alla guida, non ci riferiamo esclusivamente a quelli che stringono fra le mani un volante. Sono sempre più numerosi, infatti, coloro che in età non verdissima si dedicano ad antiche passioni come il ciclismo e il motociclismo.

Se ciò costituisce un enorme vantaggio sociale, per la ormai consolidata opinione che il loisir, soprattutto se sollecita attivazioni ludico-motorie, migliori in maniera diretta (per il contrasto al decadimento fisico e cognitivo) e indiretta (per i benefici in termini di socialità, di mantenimento delle relazioni e delle prospettive di vita) è ovvio che tutto ciò riferito sopra riguarda anche gli utilizzatori di due ruote.

Anche se possiamo aspettarci che chi utilizza mezzi a due ruote più facilmente rientri nelle categorie meno avanti con gli anni e non sia toccato da condizioni degenerative, è anche vero che questi mezzi sono caratterizzati da un equilibrio precario che è mantenuto dallo stesso utilizzatore.

Condizioni come quelle descritte sopra, anche a livelli meno esasperati, possono comportare una momentanea difficoltà di percezione e di conseguenza nelle valutazioni e nel controllo del mezzo.

Oltre alle normali condizioni biofisiche, infatti, ciò che è espresso riguardo ai farmaci deve essere preso in considerazione anche dagli utilizzatori delle due ruote. Anche un semplice antinfiammatorio – tutt’altro che raro negli atleti anziani per lenire dolori articolari - può infatti avere effetti ipno-inducenti e provocare sonnolenza (magari anche in seguito ad una fase di sonno non ristoratore) o interazione con l’apparato gastro-intestinale che provoca rallentamento metabolico.

In considerazione delle condizioni mediche, cognitive e altre variabili come l’assunzione di farmaci - che talvolta possono avere come effetto collaterale la modificazione del tono dell’umore con conseguente sovrastima delle proprie competenze di guida o sottostima dei rischi ambientali, coerentemente con la visione che non è consigliabile diminuire i pericoli affidandosi alla modificazione dei comportamenti degli altri attori sociali, è giustificato assumere alcune regole di interazione per garantire comunque di minimizzare le possibilità di un accadimento dannoso o della magnitudo dell’evento.

Rimandando alle pagine del manuale l’approfondimento di un tema così ampio, gli psicologi cognitivisti che si occupano della sicurezza stradale hanno prodotto alcune regole da applicare, che proponiamo in parte.

Aiutare gli anziani a prendere decisioni: il rallentamento del segnale nervoso e la difficoltà a modificare velocemente le attivazioni automatiche del sistema motorio consigliano interazioni rallentante rispetto alla media per assecondare la minore velocità di risposta

Confermare le aspettative: le attivazioni motorie automatiche richiedono tempi non trascurabili per essere modificate rispetto alle aspettative; modificare la direzione, spostarsi senza adeguato preavviso, farsi trovare in un luogo differente rispetto a ciò che l’interlocutore si aspetterebbe, aumenta inevitabilmente il rischio di impatto

Non dare per scontato di essere visti: guardare e vedere sono due processi separati nell’organismo e in una condizione complessa come il traffico, in condizioni normali, non è possibile gestire tutti gli stimoli ambientali anche a causa della scarsità delle risorse attentive. Unito alle difficoltà visive e alla perdita di efficienza dell’attenzione focalizzata e sostenerla per lunghi periodi, è possibile che abbiamo l’impressione di essere visti, poiché lo sguardo è fissato su di noi, mentre non lo siamo affatto. È sempre preferibile accertarsi questa condizione o – come spesso ribadito – agire in riferimento alla condizione opposta (non essere visti).

 

 

 


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