Cambiamenti
importanti nell’assetto della società latino-mediterranea, in particolare
l’allungamento della vita media e la necessità di molte persone a dover
provvedere a loro stesse anche in particolari fasi della loro esistenza, porta
progressivamente ad alimentare la categoria di anziani che utilizzano
automobili per i loro spostamenti. Tale presenza non è più trascurabile e non
può più essere considerata un’eccezione. Al contrario i numeri ci informano che
la fetta di utilizzatori over 65 non solo è fra le più numerose, ma è anche
quella che segnerà i maggiori incrementi nei prossimi anni. Alcune condizioni
legate all’anzianità e aspetti secondari come la non totale efficacia dei
controlli medici, rende necessario modificare l’approccio in caso di
interazione, senza mettere in discussione il diritto di autonomia di questa
categoria, ma considerandone comunque che peculiarità.
La presunta
propensione della categoria a provocare e subire incidenti è in realtà
articolata. Il dato assoluto (numero di incidenti in un periodo di riferimento)
suggerisce che sono i giovani guidatori a subire e provocare lesioni ma, grazie
alle condizioni fisiche, superano più facilmente i traumi. Il dato relativo, al
contrario, dimostra come le persone anziane, pur percorrendo meno chilometri
rispetto alle altre categorie, incorrano in un maggior numero di incidenti.
In altre parole, pur
essendo meno frequentatori del traffico, e pur adottando in maniera volontaria
comportamenti di sicurezza, la presenza di una persona anziana alla guida
costituisce un pericolo reale superiore rispetto alle altre categorie.
Ciò, ovviamente, non
per deliberato desiderio, visto che – in caso di impatto – più frequentemente
le vittime sono proprio gli over 65, ma per la difficoltà che l’anzianità
comporta nella guida di un mezzo che nel corso degli anni ha sicuramente
raggiunto standard di sicurezza elevati, ma non considera, in fase di
progettazione, l’utilizzo in condizioni non standard (massima efficienza).
Molti fattori
spingono a prendere in considerazione questi aspetti: l’aumento progressivo
della vita media ha elevato di conseguenza la presenza di over 65 (questo è il
limite convenzionale di entrata nella fase di anzianità) in tutti i contesti
sociali. Si calcola che questa categoria rappresenti ormai il 20% degli utenti
(l’80% di sesso maschile). Tale percentuale è destinata ad aumentare
ulteriormente al punto che alcuni importanti gruppi industriali, con interessi
nell’automotive, stanno progettando automobili e sistemi per facilitare la
guida alle persone anziane, poichè costituiranno un importante area di business
per gli anni prossimi a venire.
Perdita di capacità motoria,
percettiva e cognitiva, rendono gradualmente meno efficiente la guida e
allungano i tempi di reazione anche senza la presenza di condizioni mediche
come malattie neurodegenerative. L’attenzione divisa (cioè la capacità di
orientare l’attenzione su più stimoli contemporaneamente), abilità che nel
contesto del traffico è normalmente insufficiente anche in soggetti giovani,
perde efficienza così come il meccanismo di accomodamento visivo (la messa a
fuoco di oggetti vicini e lontani).
Il segnale nervoso
rallenta e ciò, oltre ad aumentare i tempi di percezione/reazione, comporta una
difficoltà sempre maggiore ad assumere decisioni che in caso di traffico
richiedono tempi decisamente rapidi. In casi estremi, soprattutto a causa
dell’esordio – spesso non riconosciuto - di malattie che incidono sul sistema
cognitivo (come la demenza e la malattia di Alzheimer) l’anziano può perdere
l’orientamento ed imboccare in senso contrario strade a senso unico o
percorrere una rotabile pensando di essere su quella abituale, oppure regolarsi
in maniera errata sugli incroci, in caso di semafori o segnali stradali.
La vista, il canale
sensoriale a cui affidiamo buona parte delle nostre valutazioni spaziali
durante la guida, perde inevitabilmente efficienza anche in assenza di
precedenti malattie oftalmiche: rallenta l’accomodamento, l’adattamento alle
condizioni di luce, l’acuità generale. La retina dell’anziano ha bisogno di una
quantità di luce fino a tre volte superiore, per essere attivata, rispetto a
quella di una persona giovane. Se per un ventenne l’imbrunire è ancora una
condizione favorevole, per un anziano è come se l’orologio fosse spostato
qualche ora più avanti.
A queste situazioni,
che fanno parte del normale decadimento fisico connesso con l’anzianità, si
associano altre condizioni secondarie come l’uso di farmaci che vengono
prescritti per comuni patologie (cardiovascolari, metaboliche, articolari…) ma
che comportano spesso sonnolenza, soprattutto se compresenti. Colpi di sonno,
momentanee e improvvise apnee, perdita di coscienza o dell’orientamento,
possono provocare condotte irregolari o incapacità di mantenere il controllo
del mezzo.
Raramente gli
incidenti provocati da persone anziane hanno come concausa un abuso di alcol o
droghe, come nel caso di categorie più giovani, ma gli effetti di queste
sostanze possono essere – all’atto pratico – quasi sovrapponibili.
Ciò nonostante il
fatto che, come le ricerche dimostrano, le persone anziane sono spesso
consapevoli delle loro difficoltà ed adottano delle misure compensatorie come
una guida più prudente, la rinuncia ad utilizzare le vetture in orari non
favorevoli – ad esempio per scarsa luminosità – o facendosi aiutare nelle
manovre più difficoltose.
A ciò si associano
altri aspetti, spesso sottovalutati rispetto a quelli già noti e enunciati. Non
sempre le persone si rendono conto delle loro difficoltà e richiedono l’aiuto
del medico o le evidenziano in occasione della visita di idoneità per il
rinnovo della patente di guida. La valutazione del professionista – come
chiunque ha potuto sperimentare – è spesso frettolosa e poco accurata e il
questi non sempre è propenso ad inviare il richiedente a costosi accertamenti,
necessari per formulare una valutazione precisa. Nella nostra cultura, inoltre,
la classe medica tende spesso a non privare la persona anziana della
possibilità di spostarsi autonomamente temendo – non proprio a torto -
conseguenze secondarie come isolamento sociale e stati depressivi.
I parenti, da parte
loro, non sempre sono attenti all’esigenza di una valutazione accurata per
evitare le conseguenze di una perdita di efficienza alla guida che potrebbe
essere dannosa per la persona cara e per gli altri utenti. Non solo la
letteratura specialistica ma anche la nostra esperienza clinica dimostra come
più spesso i parenti tendano a negare o rallentare l’accettazione di malattie
degenerative o anche la semplice perdita di efficienza, poiché questi segnalano
l’avvio dell’irreversibile avvicinamento alla fine dell’esistenza e al dolore
che ciò comporta.
Nella persona anziana
è spesso presente depressione e bassa autostima per la purtroppo ridotta
prospettiva di vita e altre concause come malattie, dolori, lutti, isolamento
ecc. che viene contrastata con farmaci di cui – in questo caso – è però
difficile l’operazione di dosaggio che spesso risulta poco accurata anche
perché si tende a considerare inevitabile questa condizione. Ciò porta talvolta
a effetti paradosso come l’eccessiva elevazione del tono dell’umore, con
conseguente sovrastima delle proprie possibilità fisiche, motorie e cognitive e
sottostima dei rischi.
Anche in assenza di
farmaci, tuttavia, il sistema inibitorio tende ad essere compromesso più
rapidamente rispetto a quello attivatorio. In caso di interazione in condizioni
di traffico e regole ambigue, ciò può avere l’effetto – soprattutto in
concomitanza con limitate abilità di percezione e valutazione – di tendere ad
assumere una guida non solo poco prudente ma addirittura aggressiva.
Questi comportamenti
non sempre sono anticipati da segnali che possono allarmare i parenti o chi ha
in carico la persona anziana: le malattie neurodegenerative, come la malattia
di Alzheimer, ha un’evoluzione non lineare, talvolta piuttosto lunga, che
prevede delle fasi di retroattività (che a volte vengono interpretate come
rassicuranti) e delle accelerazioni improvvise che ne rendono oggettivamente
difficile la comprensione.
Non tutte le aree di
funzionamento vengono compromesse contemporaneamente e con la stessa
progressione; quasi sempre alcune vengono completamente preservate o
deteriorano molto lentamente, a dispetto di altre che perdono rapidamente
efficienza. Un anziano e la sua famiglia possono verbalizzare una situazione
non compromessa senza rendersi conto che, anche se elaborazioni cognitive e
memoria sono efficaci, la guida di una vettura potrebbe risultare pericolosa, a
causa della difficoltà nel mantenere l’orientamento spaziale.
Abbiamo verificato di
persona come spesso le persone anziane vengano introdotte nelle case di riposo,
dove trascorreranno il resto dei loro giorni, a causa dell’impossibilità di
provvedere a loro stessi o di essere gestiti dalla famiglia, ancora con una
patente di guida valida e, in qualche caso, avendo guidato fino al giorno
precedente.