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TEMA SICUREZZA,TESTIMONIANZA DAL VIVO

ALTRI SPORT 18/12/2018


TEMA SICUREZZA,TESTIMONIANZA DAL VIVO
Ogni giorno in Italia più di tre ciclisti perdono la vita a causa di impatti con altri veicoli. È importante rivedere il concetto di “incidente”.


PDS – Psicologi dello Sport si dedica allo studio e alla divulgazione del tema della sicurezza degli utenti deboli con una apposita commissione.



Abbiamo completamente rivisto l’articolo che avevamo preparato per questo secondo inserimento sul portale TrevisoMTB domenica quando, al rientro da un impegno agonistico, ci siamo imbattuti nelle operazioni di soccorso ad un ciclista gravemente ferito dopo essere stato investito da un’automobile. Poco prima questa ci aveva superato ad alta velocità, infrangendo un buon numero di regole stradali. Ai nostri occhi, la responsabilità era evidente: durante l’ennesimo avventato sorpasso, aveva impattato con il malcapitato sportivo impegnato in una svolta a sinistra in prossimità di un crocevia.

Ma ecco i commenti degli altri automobilisti – impegnati un po’ a curiosare, un po’ a collaborare con le operazioni, ma soprattutto bloccati nella inevitabile coda – offrire un punto di vista completamente differente: "era in mezzo alla strada”, "cosa ci faceva in un punto così veloce?”, "a quest’ora dell’imbrunire è facile che non sia stato visto”. Che assolve di fatto il carnefice e sposta buona parte del peso della responsabilità sulla vittima.

 

Le cose sono andate più o meno come nell'immagine iniziale

 

Archiviata la rabbia e la carica emozionale, non resta che constatare un fenomeno ben noto. Categorie differenti di utilizzatori di uno spazio sociale ristretto finiscono inevitabilmente per polarizzare le rispettive opinioni cogliendo sistematicamente elementi che le confermano ed ignorando con altrettanta metodicità quelli che le disconfermano. Ciò rende difficilmente individuabile il giudizio ed evanescente la ricerca delle attribuzioni di responsabilità e la pianificazione delle esperienze.

Ciascuno di noi, sulla strada, non guida semplicemente un mezzo di trasporto o di divertimento ma confluisce in una categoria ed assume regole informali (quelle inevitabilmente concesse dalle regole formali, per quanto strette) che sono differenti – in qualche caso opposte – fra i gruppi sociali a cui le categorie afferiscono. Ciò rende ragione dell’inefficacia dei metodi di prevenzione degli incidenti e creazione di condizioni di sicurezza, come dimostrato dai numeri purtroppo in significativo aumento.

Un automobilista finirà sempre per assolvere un altro automobilista, perché con ciò assolve se stesso per i comportamenti che egli stesso agisce. E infatti, in quella coda, a commentare in attesa di riprendere il viaggio, erano proprio coloro che avevano agito in maniera sconsiderata alla pari dell’investitore.

C’è da chiedersi: per quale motivo sono state create le strade e chi definisce le regole? La risposta è evidente: le strade sono create per collegamenti che hanno finalità commerciali e non per il loisir e le regole sono definite da chi le utilizza per questi scopi. Le regole informali sono fortemente condizionate da questa visione. Gli approcci che pretendono di modificare le regole formali e informali a vantaggio di categorie deboli sono destinate purtroppo a non avere successo. Nel primo caso ogni regola è invalidata in mancanza di controllori (e circolando su qualsiasi strada se ne può verificare l’effetto), nel secondo caso molte dinamiche (l’ampiezza del gruppo, la percezione di protezione delle lamiere, la gerarchia dei rapporti di forza e motivazioni…) finiscono per creare condizioni di insicurezza proprio per la presunta certezza di sicurezza. Tutto ciò è sovrastato da prevalenti visioni culturali su cui le norme hanno ben poca speranza di successo, se non in tempi estremamente lunghi che non possiamo permetterci di attendere, se non a costo di ulteriori sacrifici e sofferenze.

È necessario pertanto rivedere completamente l’approccio alla sicurezza del ciclista e delle altre categorie deboli, partendo dal concetto di "incidente”, associandolo a fenomeno sociale e svincolandolo (senza ovviamente ignorarle) da correlazioni tecnico-ingegneristiche, più interessate a fornire spiegazioni e responsabilità agli eventi, piuttosto che evitare che accadano.

Creando pertanto strumenti facilmente controllabili non basati sulla speranza (o l’imprudente certezza) che gli altri gruppi sociali modifichino i loro.

 

[ Liba ]


Allegati presenti:

NomeDescrizioneDimensioneTipoCollegamento
Il secondo articolo della serie in PDF 822 KBytes tipo file PDS _ SICUREZZA STRADALE _ Articolo 2.pdf

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