Preparatevi per
un’esperienza davvero unica. Quello che vi attende sarà un weekend speciale,
con l’agonismo sempre protagonista grazie a gare di altissimo livello come
la prova di apertura della prestigiosa 2025 HERO UCI Cross-country World Cup
marathon, la Capoliveri Legend Cup powered by Scott e la Capoliveri
Legend XCO - UCI Junior Series Cat. HC. Il 10 e 11 maggio Capoliveri sarà
davvero l’epicentro della mountainbike internazionale, ma tutto questo sarà
contornato dalla STORIA. La natura meravigliosa dell’Isola d’Elba, di
Capoliveri e del Monte Calamita, è riconosciuta da tutti, ma molti non sanno
che proprio questo territorio ha radici storiche molto profonde e lontane.
Tutta la logistica sarà dislocata al Museo delle Miniere, una location
davvero unica che affascinerà tutti i presenti nelle due giornate di gara. L’eccezionalità di questo contesto, ricordiamo
che saremo interamente all’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago
Toscano, comporterà la rigorosa osservanza delle regolamentazioni che sono
previste per il rispetto dell'ambiente e permettere allo stesso tempo il
regolare svolgimento di tutte le manifestazioni.
Per farvi capire
cosa vi circonderà, vi facciamo un cenno storico che vi permetterà di
apprezzare appieno il contesto.
Capoliveri nacque
come fortezza d'altura, in gergo "Castrum”. Un paese storicamente molto
interessante, a partire dal tempo degli Etruschi e dei Romani che basavano il
loro potere sullo sfruttamento delle miniere di ferro del territorio e del
relativo commercio. Ma ancor prima della dominazione etrusca vi sarebbero
stati, come abitatori dell'Isola, gli ”Ilvates”, di origine ligure, da cui
deriva il nome di Ilva, ed essi furono i primi ad estrarre il minerale ferroso
presente nelle cave a cielo aperto.
Il ferro
dell'Elba trova citazione per la prima volta nell'Eneide, dove Virgilio chiama
l’Isola d’Elba proprio Ilva "inesausta ferrum”.
Ma il vero
sfruttamento delle miniere di Capoliveri è avvenuto nell'era moderna e almeno
fino alla seconda metà dell'Ottocento la produzione mineraria ebbe un
notevolissimo incremento. Il minerale estratto veniva venduto per quattro
quinti a nazioni straniere, fra le quali Francia, Inghilterra e, in minor
quota, Stati Uniti.
Nella seconda
metà dell'Ottocento, i cavatori del ferro del versante capoliverese dettero
vita alle prime rivendicazioni a carattere economico e alle relative lotte
salariali che furono segnalate dallo stesso Ministero dell'Industria, come uno
dei più importanti contributi alla nascita di una coscienza sindacale fra i
lavoratori.
Agli inizi del XX
secolo l’isola divenne famosa per la sua modernità, orgoglio d’autarchia venne
visitata più volte da Mussolini e riprodotta sulle cartoline d’epoca che
diffondevano l’immagine dell’Elba industriale rappresentando gli altiforni di
Portoferraio. Vennero progettati nuovi impianti e opere di ammodernamento degli
scavi: ferrovie e treni a vapore, pontili per l'imbarco, funivie, centrali
elettriche; strade e mezzi arrivarono in miniera molto prima che in paese.
Vennero sviluppati nuovi cantieri e stabilimenti sul Monte Calamita e la forza
lavoro aumentò. Gli operai si unirono alla lotta di classe riuscendo a ottenere
qualche diritto dopo i primi scioperi e le grandi occupazioni.
Con la guerra la
produzione calò drasticamente finché, semidistrutti dai bombardamenti del
secondo conflitto mondiale, gli altiforni chiusero e gli elbani, stremati dalla
guerra e dalla perdita della loro miglior risorsa, dovettero ricominciare da
capo.
La ripresa nel
dopoguerra iniziò con i lavori di preparazione per la miniera sotterranea del
Ginevro, la galleria di magnetite più grande e produttiva d’Europa, fiore
all’occhiello della produzione siderurgica italiana, che richiese ben vent’anni
di progettazione, 7 km di strade sotterranee e 90 m di profondità, dei quali
ben 81 sotto il livello del mare. Vi si estraeva la magnetite, il miglior
minerale di ferro; la resa altissima ripagava lo sforzo dello scavo nella
roccia durissima e della messa a punto degli impianti così lontani dal paese.
Vennero create strade percorribili, inizialmente a piedi, poi in bici e dopo in
bus, per arrivare ai cantiere; il cottimo fu bandito e i minatori riuscirono ad
avere un salario, ancora misero ma regolare. Il lavoro in galleria era ancora
durissimo ma la perforazione con martelli e macchine ad aria compressa ed il
trasporto con locomotive a batteria migliorarono le cose.
Anche i cantieri
a cielo aperto aumentarono e si ammodernarono, quelli già sfruttati da Etruschi e dei Romani, con nuovi impianti di
trattamento e separazione del minerale, pontili e nastri trasportatori del
minerale che veniva trasferito sui camion via terra o sui pontili per essere
caricato sulle navi.
Negli anni ‘60 si
affacciarono all’Elba i primi turisti e, malgrado gli scioperi e le proteste
dei minatori, nel 1981 l’attività produttiva delle miniere venne sospesa,
perché comprare il minerale all’estero era più conveniente che estrarlo in
loco, nonostante nei giacimenti ci fosse ancora molto ferro disponibile.
L’Elba divenne
sempre più una meta turistica e Capoliveri si trasformò velocemente in uno dei
paesi più apprezzati e attivi dell’Elba.
Le miniere di
Capoliveri sono tre, il Ginevro, della quale vi abbiamo già parlato, Calamita
(dove c’è il Vallone) e Sassi Neri. Tutte e tre verranno attraversate dal
percorso gara, un filo conduttore che vi porterà in un pindarico viaggio nella
storia di Capoliveri.
Come vi dicevamo
all’inizio, la logistica gara sarà dislocata al Museo delle Miniere, che
si trova nella Miniera di Calamita, a ridosso del Vallone Alto e Vallone Basso, sovrastato, tra
gli altri dall’ex cantiere Polveraio, che tutti i bikers conoscono come "La
Polveriera”, forse la discesa più iconica che caratterizza il percorso
della Capoliveri Legend.
La maggior parte
dei sentieri che percorrerete in gara sono stati recuperati tra la macchia
mediterranea proprio dai sentieri e dalle strade che i minatori (che lavoravano
nelle gallerie del Ginevro) e i cavatori (che lavoravano nelle miniere a cielo
aperto), percorrevano quotidianamente per recarsi al lavoro.
La partenza della
Legend sarà al Vallone Basso, la cava a cielo aperto sfruttata fin
dall’antichità dai popoli menzionati precedentemente, dove vedrete anche la
testimonianza delle ultime strutture moderne ormai in abbandono da quasi
cinquant’anni.
Ci sarebbe molto
altro da dirvi ma ci siamo dilungati già troppo e non vorremmo annoiarvi. La
cosa importante è che quando sarete nel contesto che vi abbiamo descritto,
forse potrete apprezzare con occhi diversi quello che vi circonda. Tutto
questo, oltre al fatto che saremo interamente all’interno del Parco
Nazionale dell’Arcipelago Toscano, comporterà la rigorosa osservanza delle
regolamentazioni che sono previste per il rispetto dell'ambiente e permettere
allo stesso tempo il regolare svolgimento di tutte le manifestazioni. Vi
chiediamo pertanto di seguire scrupolosamente le indicazioni e le comunicazioni
che verranno predisposte dal Comitato Organizzatore, in modo da rendere agevole
lo svolgimento di tutte le procedure della manifestazione. Voi dovrete solo
pensare a divertirvi, immergendovi nella NOSTRA NATURA e nella NOSTRA STORIA!
Vi aspettiamo
alla Capoliveri Legend Cup più "Wild” di sempre, le emozioni
saranno davvero LEGGENDARIE!
NEVER WITHOUT LEGEND
ASD Capoliveri Bike Park
Info: https://www.capoliverilegendcup.it/
Press Office: AZ4Bike
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