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GLI INCIDENTI CHE COINVOLGONO LE CATEGORIE DEBOLI DEGLI UTILIZZATORI DELLA STRADA SONO DESTINATI AD AUMENTARE. CHE FARE? (O MEGLIO, COSA NON FARE?)

TITOLONE NOTIZIA CON MOLTA ENFASI 29/01/2019


GLI INCIDENTI CHE COINVOLGONO LE CATEGORIE DEBOLI DEGLI UTILIZZATORI DELLA STRADA SONO DESTINATI AD AUMENTARE. CHE FARE? (O MEGLIO, COSA NON FARE?)
L’ACI riporta un aumento medio di quasi il 10% annuo in una fase in cui il dato globale evidenzia una diminuzione significativa (-4% circa) degli eventi mortali.


Terzo appuntamento con la serie di testi dedicati alla riflessione su questo importante argomento nello spazio dedicato a Psicologi dello Sport



I numeri già impressionanti sono infatti destinati inevitabilmente ad elevarsi, non solo per l’aumento sistematico del flusso di traffico e della velocità che rendono sottodimensionate le strutture, non solo per altre variabili come le norme sulla sicurezza che confidano nel rispetto di loro stesse e la percezione di sicurezza offerta dai mezzi di trasporto moderni, ma anche per l’evoluzione degli assunti culturali che finiscono per creare effetti paradosso.

 

Se, infatti, da una parte si spinge verso comportamenti eco-friendly che fanno da driver verso l’utilizzo di mezzi compatibili con nuovi stili di vita, è inevitabile che senza un adeguamento delle strutture e della disciplina dei comportamenti una massa crescente di utilizzatori di veicoli ecologici (come tipicamente la bicicletta) vedrà aumentare il suo livello di rischio e, di conseguenza, aumenteranno ulteriormente gli eventi dannosi.

 

Ma se nel primo caso la soluzione non è a portata di mano, a causa di vincoli ambientali, economici e comunque richiederebbe tempi biblici per ottenere effetti adeguati, nel secondo i vincoli sono nello stesso principio di tutto l’impianto normativo che non può ovviamente prescindere dall’assoluto rispetto della norma che, a sua volta, richiede un deciso censore a sanzionare i comportamenti devianti. In mancanza di essi (come è evidente avventurandosi sulle strade) la norma non esiste.

 

Quando evidenziamo questo paradosso, solitamente la domanda che ci viene posta è: «e quindi, che fare?».

Una risposta soddisfacente non può certamente essere condensata in poche righe ma appare decisamente utile soddisfare in precedenza la domanda: «cosa non fare?».

 

PDS ha creato in sé una commissione di studio e divulgazione in seguito alla constatazione che tutti gli approcci orientati ad agire sul fenomeno sono in grado di ottenere al massimo risultati parziali. Solitamente, infatti, tendono a cercare di modificare il comportamento delle altre categorie di utilizzatori, anche se per motivi opposti. Nella categoria dei ciclisti, infatti, è diffuso il senso comune che la causa principale degli incidenti stradali che li coinvolgono sia il comportamento inadeguato e irrispettoso nei loro confronti delle altre categorie di utilizzatori e chiedono pertanto modifiche delle norme che disciplinano i comportamenti, controlli e azioni sanzionatorie.

 

Trascurando per ora il fatto che non tutti gli incidenti avvengono al di fuori del rispetto delle norme, accade tuttavia che nella categoria degli automobilisti (che non è l’unica motorizzata, ma è quella più numerosa) il pensiero comune sia l’esatto opposto.

 

Abbiamo compiuto per molto tempo osservazioni utilizzando gli scambi conversazionali colti nei social network più popolari, mescolandoci ai frequentatori, per analizzare le interazioni di utenti di differenti categorie e ciò che risulta è un diffuso fenomeno di polarizzazione delle opinioni che porta inevitabilmente all’invalidazione di un tentativo di creare una visione comune.

 

In altre parole, ciascuno tenta di modificare il comportamento dell’altro e nessuno è disposto a modificare il suo.

Di conseguenza, i comportamenti non si modificano e sono ancorati a variabili che non sono sotto il controllo degli utilizzatori e che impattano maggiormente su chi è vincolato a maggiori livelli di rischio.

 

Conoscere e rispettare le norme, pertanto, è una condizione necessaria ma non sufficiente anche quando si realizza, poiché può agire solo sugli eventi che non ne superano il confine. L’autorevole centro studi dell’ACI ci informa che le tre cause principali di incidenti (distrazione, eccesso di velocità e mancata precedenza) determinano in totale il 41% degli eventi. Considerando la prima causa non tanto per il valore causale ma solo come discriminante di volontarietà, risulta evidente che – al di là dei numeri – una importante fascia di incidenti avviene all’interno del rispetto della norma e dell’adeguatezza dei comportamenti.

 


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